La Regione Campania investe sull’apertura del patrimonio informativo pubblico. Nuovo portale open data regionale pronto al lancio e al via la formazione per i referenti regionali. Entra nel vivo il progetto Open Data Campania con il supporto di Almaviva, Almawave, Indra e Pwc, in collaborazione con FPA.
Si è discusso di Open Data lo scorso martedì a Napoli presso il Palazzo Armieri. Il workshop “Il valore dei dati aperti, infrastruttura della conoscenza”, organizzato nell’ambito del progetto Open Data Campania, è stato occasione utile per condividere con le Direzioni Generali regionali gli aggiornamenti riguardanti il nuovo portale Open Data e le sue funzionalità, il piano formativo che le vedrà direttamente coinvolte, ma ancor di più la strategia alla base del processo di valorizzazione del patrimonio informativo regionale.
A questo proposito, con l’intervento di apertura l’Assessore Valeria Fascione ha sottolineato proprio il passo in avanti fatto da Regione Campania per la digitalizzazione dei processi. In due anni, infatti, la Regione Campania ha registrato buoni progressi circa il numero di banche dati disponibili in formato aperto: la crescita registrata nel 2018 è del 56,36% rispetto al 2016. A questa informazione positiva si aggiunge l’avviso di far accompagnare l’innovazione tecnologica da un’innovazione organizzativa – individuale e degli uffici regionali.
Questo è maggiormente vero se si considera il ruolo dell’Ente regionale come facilitatore e connettore tra le policy di coordinamento nazionale e il contesto locale. “Non abbiamo (solo) bisogno di una PA efficace ed efficiente – ha chiarito Gianni Dominici, Direttore Generale FPA – ma (anche) di una PA innovatrice, che consideri un nuovo rapporto con il territorio”.
Il dato in formato aperto non è che uno degli strumenti a disposizione di società civile, amministrazioni, imprese e studenti per la realizzazione di valore pubblico. Valore che è dato dalla contestualizzazione che si dà al processo di liberazione del dato stesso, così come spiegato Giorgia Lodi – AgID durante l’incontro. “Tutti i dati sono importanti: l’obiettivo finale è di rendere disponibili tutti i dati in possesso della Regione. Un buon punto di partenza, tuttavia, potrebbe consistere nel concentrare le energie del breve periodo sui cosiddettihigh value dataset, i dataset ritenuti strategici secondo le priorità di policy locale”.
Non a caso si affianca al modello delle cinque stelle di Tim Berners Lee quello di Tim Davies[1], che mette al centro i destinatari dell’informazione fornita dal dato. Un modello che va supporto della tesi secondo cui “il digitale è parte integrante della nostra vita” (Vito Merola, Direzione generale per l’Università, la Ricerca e l’Innovazione, Regione Campania).
Questo approccio è rimasto la massima priorità anche per quanto riguarda i flussi di pubblicazione alla base del progetto. “Il nuovo portale Open Data (prossimo al lancio, ndr) è da considerarsi infatti inserito in un ingranaggi – ha sottolineato Angela Cocchiarella, Direzione Università, Ricerca e Innovazione – Regione Campania – e consente non solo una facile e immediata usabilità, ma rende possibile anche la visualizzazione dei dataset, con una funzione di creazione datalet in mappa o infografiche”, a riprova del fatto che “anche comunicare il dato ha la sua importanza” (Giorgio Izzillo, Team Open Data – Regione Campania).
Tecnologia e cambiamento organizzativo è quindi il binomio protagonista del progetto Open Data Campania, e su quest’ultimo punto si è concentrato l’intervento conclusivo a cura di Giovanna Stagno – FPA. “Questo è quello che è stato fatto finora” – spiega – “Adesso cominceremo insieme un percorso per raccontare e sperimentare le opportunità legate al dato in formato aperto, con le attività di formazione ed empowerment previste da Accademia Open Data Campania”.
Le attività di formazione – composte da incontri in presenza e moduli di Formazione a Distanza (FAD) – sono partite lo scorso 4 marzo, e si concluderanno a maggio.Buon lavoro, Team Open Data!
[1] 1. Il dato deve essere richiesto; 2. Il dato deve essere contestualizzato; 3. Il dato deve essere accompagnato dall’informazione che alimenta; 4. Costruire competenze e rete intorno al dato; 5. Il dato è un bene comune.
Articolo a cura di Marina Bassi – FPA Srl, pubblicato originariamente su https://goo.gl/RQY91K in data 6 marzo 2019.